Si pensa che i diamanti siano stati inizialmente riconosciuti ed estratti in India, dove furono trovati in depositi alluvionali lungo i fiumi Krishna e Godavari. I diamanti erano utilizzati nelle icone religiose, ed è probabile che fossero noti e considerati preziosi già 6.000 anni fa.
Grazie alla sua durezza, il diamante può essere graffiato soltanto da altri diamanti ed è in grado di conservare la lucidatura per lunghi periodi di tempo: è quindi adatto ad essere indossato quotidianamente resistendo molto bene all’usura, di conseguenza è ampiamente usato in gioielleria.
Il diamante si forma all’interno della terra, ad almeno 150 chilometri di profondità, dove la temperatura è di 1.300 gradi e la pressione di 70.000 atmosfere. I diamanti dal luogo di formazione vengono portati in superficie da un magma, composto da un insieme di minerali chiamato “KIMBERLITE” (dal nome della città di Kimberley in Sud Africa, presso la quale fu scoperto). Mediamente da 6 tonnellate di kimberlite si estrae un carato (0,2 grammi) di diamanti.
La produzione mondiale annua ammonta a circa 100 milioni di carati, dei quali solo il 20% rappresenta gemme di qualità.
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